Progettazione e il servizio sociale degli enti pubblici del terzo settore
Crediti Formativi: 4
Cosa si intende per interesse superiore del soggetto minorenne e come lo si declina nelle diverse realtà dell’affido familiare? La legge 184/83 parla di solidarietà, di sostegno e recupero di genitori fragili per tutelare i loro figli e prevenirne l’abbandono ma anche di protezione dei bambini/e da contesti familiari inadeguati e violenti. E’ un’attenzione sociale all’infanzia che è stata sempre presente nelle diverse epoche storiche, regolata da codici specifici come, ad esempio, quelli previsti dal diritto romano. Non è quindi un’invenzione di oggi ma un atteggiamento antico, forse iscritto nel DNA, “un’empatia umana” che sente e riconosce la vulnerabilità dell’Altro e la fa propria intervenendo per alleviarla. A distanza di 38 anni dalla legge sull’affido e, in considerazione dei mutamenti socio-culturali e giuridici, avvenuti nel corso degli anni, si possono evidenziare alcune criticità e ipotizzare cambiamenti per migliorarne l’efficacia.
In questa prospettiva si sottolineano almeno due grandi questioni che a tutt’oggi rimangono aperte e irrisolte, quelle relative a:
1. minori in semi-abbandono permanente, in cui non si può prevedere il rientro nella famiglia di origine e non è possibile dichiarare lo stato di adottabilità;
2. minori che possono essere adottati ma per i quali, nel loro preminente interesse, è necessario mantenere un rapporto con i genitori biologici; non è prevista la così detta “adozione mite” già presente in altri paesi.
“L’interesse superiore del soggetto minorenne” costituisce pertanto un criterio centrale nella valutazione e gestione dell’ affido che si realizza tra limiti temporali previsti per legge e che spesso rischiano di creare condizioni di “limbo esistenziale” in attesa di un improbabile recupero delle funzioni genitoriali. Magistrati, avvocati e operatori della tutela intervengono con strategie e percorsi di cura che mirano a salvaguardare relazioni affettive, bisogni e diritti di adulti e di minori ma occorre anche una corniche normativa aggiornata per superare le attuali criticità. Difficile infatti è bilanciare i diritti dal momento che, se è vero che il figlio ha diritto a vivere all’interno della propria famiglia, è anche vero che ha diritto a ricevere cure adeguate da genitori responsabili.
Cosa significa e come si valuta la responsabilità genitoriale e come la si interpreta in una società sempre più multietnica? Come capire e cosa fare quando questi diritti non sono conciliabili? Parliamo di interventi professionali caratterizzati da un livello elevato di incertezza rispetto all’esito e alle ricadute positive o negative sull’esperienza di vita delle persone. In questo senso agire “senza certezza dei risultati” espone a responsabilità e dilemmi etici per le scelte compiute. Questioni complicate a cui il corso di formazione intende offrire risposte e spunti di riflessione. Gli operatori dei Centri Affidi ed in particolar modo gli assistenti sociali, sono chiamati a lavorare ricercando questo difficile bilanciamento di diritti con una prospettiva rivolta al futuro, con un approccio flessibile e diversificato in quanto l’affido richiede progetti altamente individualizzati.
Il paradigma dell’intervento è complesso per il coinvolgimento di più soggetti nello stesso tempo, per la necessità di ricercare il consenso dei genitori biologici e per la condivisione delle responsabilità con gli organi giudiziari.
Le famiglie affidatarie, le coppie e i single sono la risorsa principale di questi interventi ma anche loro richiedono sostegno e ascolto per prevenire fallimenti e rinunce. A questo scopo anche la figura dell’educatore assume rilevanza sia per la didattica e gli inserimenti scolastici che per favorire una comunicazione efficace tra adulti e bambini/e.
Nel corso verranno esaminate le diverse tipologie di affido che rispondono ai molteplici bisogni dei minori e delle loro famiglie, da quelli brevi, di emergenza, consensuali, giudiziari, sanitari, di studio, a quelli internazionali, ancora non disciplinati per legge, e quelli interculturali come la Kafala vigente nei paesi islamici. Una particolare attenzione sarà rivolta alle diverse tipologie di scrittura professionale nella pianificazione, conduzione dell’affido e comunicazione agli organi giudiziari. Il corso di formazione, in linea con i riferimenti operativi previsti da protocolli e linee guida ministeriali, ha come obiettivo quello di offrire approfondimenti sul tema dell’affido con differenti chiavi di lettura, per allargare lo sguardo degli operatori riducendo il rischio di lasciare aperti interventi troppo diversificati a livello nazionale.