Salve a tutti, sono Emanuele Caroppo, sono uno psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana. Mi occupo da tanti anni di interventi digitali in salute mentale e correva l'anno 1997, quando iniziando il percorso della scuola di specializzazione fui molto attratto dal discorso della telemedicina. Era un discorso agli albori, come vedremo poi nel corso della presentazione e devo dire che da ieri ad oggi sono stati fatti tanti passi avanti al punto tale che oggi possiamo parlare di Digital Health Interventions in salute mentale. Ne parliamo con orgoglio, da una parte perché abbiamo avuto l'intuizione che nel supporto del digitale vi era un valore aggiunto alla clinica, dall’altra perché poi in fin dei conti tutti quanti siamo stati coinvolti da questa grande ondata del Sars Cov 2 e tutti quanti abbiamo quindi risposto alla sfida del Covid-19. In salute mentale, come anche in altre branche della medicina, è stato fondamentale il supporto delle tecnologie, si pensi non soltanto nell'ambito sanitario ma pensiamo anche ad esempio alla didattica di emergenza che è avvenuta a distanza nelle scuole e che ha consentito realmente non soltanto di portare avanti la didattica, per quanto possibile, ma ha consentito di mantenere il ruolo fondamentale della condivisione, non soltanto della conoscenza esplicita della lezione ma anche proprio della conoscenza implicita.
Tutti gli alunni e alunne in realtà grazie al digitale hanno potuto continuare ad incontrarsi come gruppo quando tutti quanti noi eravamo in corso di lockdown. Vediamo nello specifico che cosa si intende per Digital Health Intervention, quindi oggi andremo a parlare di interventi che sono rivolti alla salute e che sfruttano le tecnologie della comunicazione. Questa è un qualche cosa di importante perché noi solitamente quando facciamo una visita in presenza condividiamo uno spazio, una stanza e condividiamo un tempo, e attraverso gli interventi digitali in medicina e, nel caso specifico, in salute mentale noi possiamo, sì condividere un tempo però ci diamo un appuntamento e realizziamo un incontro in modalità sincrona ovvero svincolati da un punto di vista invece dello spazio perché il clinico sarà presso il proprio studio e l'utente sarà presso la propria abitazione. Ovviamente esiste una differenza tra le modalità di interazione che possono essere svolte ed esiste anche tutta una serie di regole ed accorgimenti che andranno presi nel momento in cui il clinico, d'accordo con il paziente, dovesse decidere di attivare una modalità di teleassistenza, assistenza a distanza. Come dicevamo prima lo sviluppo delle tecnologie è stato importante, nel 1997 quando iniziammo a riflettere presso l'Istituto di Psichiatria e Psicologia dell'Università Cattolica della facoltà di medicina del Policlinico Gemelli con il professor Ruggieri sulla possibilità eventuale di uso delle tecnologie in ambito clinico e arrivammo dopo vari approfondimenti, ricerche bibliografiche e sperimentazioni a mettere a punto questo progetto BID,” Dottor Monitor” così venne appunto chiamato. Era per l'Italia e per l'Europa una delle primissime sperimentazioni dell'utilizzo della tecnologia della comunicazione in salute mentale, nello specifico in psichiatria. Vi erano altre esperienze soprattutto nel Regno Unito ma soprattutto anche in Australia dove le distanze rendevano difficile il raggiungimento del medico e l'interazione tra medico e paziente, però ecco chi per primo andò a sperimentare l'efficacia e l'efficienza di un intervento psicoterapico svolto a distanza fummo proprio noi con questo progetto vita. Ho messo sulla slide le fotografie di strumentazioni e treni degli anni 80-90, per richiamare l'attenzione su come si è evoluta la tecnologia.
Quando uscì il walkman si poteva andare a correre portandolo dietro, si poteva camminare, stare sui mezzi pubblici ed in compagnia ascoltando appunto la musica grazie a questo strumento. Ovviamente la tecnologia ha fatto passi da gigante, oggi, con degli strumenti elettronici sempre più evoluti e sempre maggiormente perfezionati, si può tranquillamente ascoltare musica ad alta fedeltà con degli strumenti che quasi non si vedono nel padiglione auricolare. Il confronto tra i due treni è un po' un impatto visivo di come si è evoluta la tecnologia. Che cosa ci potrebbe raccontare a tal proposito Derrick De Kerckhove che è un allievo del sociologo della comunicazione Mcgowan, potrebbe dire appunto che la trasformazione anche proprio degli strumenti del design è in stretta correlazione con i cambiamenti ed i progressi della tecnologia, per cui in alto a destra vedete il treno ad alta velocità e in basso a sinistra il treno degli anni 80. Secondo De Kerckhove ciò che la tecnologia e il progresso tecnologico comportano è proprio un cambiamento anche detto Brainframes, ovvero frammenti mentali della modalità di funzionamento della mente umana, per cui attribuisce il cambiamento del design alla sempre maggiore evoluzione da una parte della tecnologia e dall'altra della tecnologia informatica. Con l'avvento di Internet si è entrati nell'epoca della velocità, per cui il treno in alto a destra ricorda molto la forma di un proiettile e il treno in basso a sinistra ha una forma più goffa e pesante che ha poco a che vedere con la velocità e in effetti per compiere tragitti di 40 km impiegavano più tempo di un treno ad alta velocità.
Per cui questa stretta interazione tra tecnologie, informatica e mente umana ha reso possibile il passaggio sempre progressivo e graduale da una fisicità ed una staticità verso livelli di interattività che non hanno più reso necessario la condivisione di uno spazio ma hanno messo in connessione persone nella modalità tale che potevano tranquillamente non lasciare mai la propria abitazione ed essere tranquillamente connessi con il mondo.
Questo testo è estratto dalla video lezione del prof. Emanuele Caroppo, dal corso FAD ECM "The Day After - Parte 2" in uscita a novembre.
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