Un saluto a tutti i partecipanti di questo corso FAD, che prende in considerazione tutti i vari effetti che ci sono stati dopo l'inizio della terribile pandemia Covid-19, che ha colpito tutto il mondo con sequenzialità diverse a partire dai primi mesi dell'anno 2020. Avete già, nelle lezioni precedenti, avuto una carrellata generale su quali sono state le caratteristiche della pandemia, quelle che sono state le conoscenze che via via si sono accumulate in ambito scientifico.
Questa lezione invece è dedicata a quelli che sono gli effetti indiretti della pandemia e, naturalmente, il tema dei vacciniviene posto all'attenzione, in attesa che si possa, speriamo in tempi brevi, avere a disposizione, per il Sars-Cov-2, un vaccino efficace che possa portare a un’immunizzazione di massa. Noi, oggi, quindi ci occupiamo di vaccini, ma in particolare, di tutti gli altri vaccini che hanno avuto un calo importante delle coperture vaccinali durante i primi mesi della pandemia. Non è quindi un caso, che nel mese di luglio del 2020, l'Organizzazione Mondiale della Sanità assieme all’Unicef abbiano lanciato un segnale molto preoccupato di quelle che potevano essere gli effetti del calo delle coperture vaccinali dovute alla pandemia, ma soprattutto dovute alle misure di lockdown che hanno qualche volta impedito, qualche volta trattenuto, le persone invitate alle campagne vaccinali a recarsi presso i centri per poter ricevere la vaccinazione. Allora l'OMS e l’UNICEF hanno lanciato questo allarme, sottolineando che un sondaggio su 82 paesi al mondo ha mostrato come nel 85% dei casi ci sono stati cali consistenti delle coperture vaccinali, e qualche volta addirittura questi cali non sono nemmeno stati quantificati. Quindi nei primi sei mesi dell’epidemia, sostanzialmente dall'inizio dell'anno 2020 fino al mese di settembre del 2020 si sono registrati questi cali, aprendo lo scenario a quella che è una fase di recupero di tutte le vaccinazioni non fatte durante il periodo del lockdown. Questo è un po' l'oggetto dell’aggiornamento di oggi, che naturalmente è riferito alla realtà italiana e che prende in considerazione quelle che sono le situazioni attuali sulle coperture vaccinali. Questo è diciamo il prosieguo di quel importante monito dell'Unicef e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che sottolinea come questa pandemia abbia di fatto rallentato, addirittura qualche volta interrotto, i progressi verso quella che viene chiamata “Universal Immunization Coverage” e cioè l'immunità universale e l'offerta di copertura universale per le malattie prevenibili da vaccino, che al momento non annoverano la Sars-Cov-2, ma che speriamo nei prossimi mesi, grazie alle sperimentazioni in corso, possa arrivare a questo.
Alcuni dati presi dalle statistiche raccolte dall' Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano, in tutte le aree del mondo, dei cali importanti delle coperture vaccinali. In modo particolare questi cali sono più evidenti nelle regioni europee, nelle regioni asiatiche, che sono state le prime colpite dalla epidemia, il continente africano mostra sempre un calo ma nell'ordine del 15%, quindi un calo minore, ricordiamo che la regione africana dell'OMS ha avuto un interessamento minore e tardivo dell’infezione da Sars-Cov-2, quindi di numero di casi. Questo minor numero di casi, perlomeno casi noti, legato forse anche al fatto che essendo una popolazione più giovane ci sono stati meno casi gravi, con complicanze, morti e ospedalizzazioni ha quindi fatto notare all’OMS che il problema del calo delle coperture vaccinali era soprattutto un problema legato ai paesi con effetti peggiori dell’epidemia. Prima di entrare nel merito della questione delle vaccinazioni, andando poi a sviscerare quelle che sono le varie e diverse situazioni, a questo punto dello svolgimento dell'epidemia, che non si è esaurita ma che naturalmente si è inquadrata in un andamento, che non è stato per fortuna più quello del picco epidemico dei primi mesi, noi dobbiamo prima soffermarci sul debito di salute post Covid. Qui ricorrono le vaccinazioni, perché oltre al danno alla salute, legato alle migliaia di morti, in Italia fine settembre erano oltre 35 mila i decessi per covid-19, noi abbiamo un conto legato a tutte le attività sanitarie che non si sono svolte durante i mesi di sviluppo della pandemia. Per quanto riguarda l'Italia questo è avvenuto durante i mesi di marzo, aprile, maggio e in parte anche nei mesi seguenti. Abbiamo notato che sono stati sospesi tutti gli interventi chirurgici elettivi, quindi quelli programmati, sono rimaste le urgenze.
Certamente da giugno in poi si è lentamente ripresa l'attività ordinaria, ma naturalmente col debito e con il carico legato a ciò che non è stato fatto nei primi mesi dell'anno 2020. Cosi come c'erano interventi chirurgici, ci sono stati anche ricoveri elettivi e cioè ricoveri non urgenti, che sono ricominciati da giugno in poi. Nei primi mesi si sono fermate anche le visite ambulatoriali e specialistiche, la diagnostica e quindi tutti gli esami diagnostici non urgenti. Un altro problema non da poco, che probabilmente ha inciso molto anche in termini di peggioramento e di non controllo di determinate patologie, è l’assenza di controlli routinari nei pazienti cronici e cioè nei pazienti portatori delle malattie croniche. Questi controlli sono stati trascurati per vari motivi tecnici, per motivi di paura, e quindi hanno portato a degli accumuli e a degli aggravi, perché sappiamo che, se il paziente non viene costantemente monitorato naturalmente l'evoluzione della patologia può essere peggiore. Se ci spostiamo nell’ambito della prevenzione, che è il settore a cui noi siamo più interessati , notiamo che c’è stato un calo drastico degli screening oncologici e un calo delle vaccinazioni, che l'argomento di cui stiamo parlando oggi. Quindi le vaccinazioni sono il tema della nostra lezione
Questo testo è estratto dalla video lezione della prof. Carlo Signorelli, dal corso FAD ECM "Covid 19: aspettando il Day After"
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