La violenza tra tradizione e digital society
Crediti Formativi: 6
“… senza distinzione di sesso” è uno dei caratteri inscritti nei principi della Costituzione italiana.
Lo stesso principio è chiaramente assunto dal Codice Deontologico del Servizio Sociale:
“8. L’assistente sociale svolge la propria azione professionale senza discriminazione di età, di sesso, di stato civile, di etnia, di nazionalità, di religione, di condizione sociale, di ideologia politica, di minorazione psichica o fisica, o di qualsiasi altra differenza che caratterizzi le persone.”
Sin dalle origini professione “femminile”, il Servizio Sociale si qualifica per un approccio inclusivo, rispettoso delle differenze, fondandosi
“sul valore, sulla dignità e sulla unicità di tutte le persone, sul rispetto dei loro diritti universalmente riconosciuti e delle loro qualità originarie, quali libertà, uguaglianza, socialità, solidarietà, partecipazione, nonché sulla affermazione dei principi di giustizia ed equità sociali.” (CD 5).
Professione “generatrice”, il Servizio Sociale guarda alle differenze come valore e principio che ispira l’azione dell’Assistente Sociale, dentro processi di cambiamento della società, sempre più rapidi e pervasivi.
Il dibattito in corso sulle differenze e gli approcci di genere, sulle unioni civili, sulle molteplici forme di espressione dell’identità sessuale, sulla transessualità, sfida le/gli Assistenti Sociali a modulare e costruire approcci innovativi con le persone, le famiglie, i gruppi e le comunità, superando conflittualità, pregiudizi e stigmatizzazioni.
In questa prospettiva, il Corso si propone, con l’autorevole contributo di esperti della materia, di arricchire il bagaglio delle conoscenze e degli strumenti operativi ed etico-deontologici dei professionisti del Servizio Sociale per affrontare con competenza i cambiamenti in atto nel nostro sistema sociale.