Malattie rare
Salve, sono Giuseppe Zampino, un pediatra genetista che si occupa di bambini con malattie rare, in modo particolare ...
Salve, sono Annarita Meneguz e sono un ex dirigente dell'istituto superiore di sanità, nell'ambito del quale lavoravo nel dipartimento del farmaco e mi sono sempre occupata di valutazioni non cliniche dei farmaci e in quest'ambito sono anche stata inserita nelle liste dell'agenzia Europea del farmaco (come European non-clinical Assesor).
In questa lezione vi parlerò del ruolo dell'attività regolatoria nello sviluppo dei farmaci, senza andare all'interno dei decreti legislativi e delle normative stringenti. In questa lezione, cercherò di darvi una visione dell’impatto della regolamentazione sullo sviluppo del farmaco. Le opinioni espresse in questa presentazione sono da attribuire esclusivamente a me e di conseguenza, vanno esclusi gli istituti e gli enti per cui ho lavorato. Aiutandomi con una scaletta vi illustrerò i motivi che portano alla regolazione dei farmaci e alcuni cenni storici. Partiamo individuando il significato della regolazione, gli strumenti che la rendono possibile e il futuro di essa. La visione odierna del farmaco (che riguarda anche l’industria farmaceutica), si lega a diverse caratteristiche: la qualità, la sicurezza non-clinica, la sicurezza clinica e l’efficacia clinica. Tutti questi fattori sono compresi in una Triplice complessa esperienza che porta quindi a una univocità delle attività del farmaco, non solo nell'ambito delle all'immissione in commercio del farmaco.
La sigla AIC sta per “autorizzazione all'immissione in commercio” e riguarda il processo che arriva alla fine di tutto lo sviluppo del farmaco, fino a quando quindi questo farmaco può superare tutte le richieste per tutte le essere immesso sul mercato. Questo vale anche durante la fase preregistrativa, cioè durante la frase in cui il farmaco non è un prodotto con una AIC ed è un prodotto in investigazione. Un prodotto in investigazione viene indicato con la sigla IMP. Tutti queste sigle e acronimi derivano dall’ inglese per seguire la legislazione europea e per una più facile discussione anche con altri colleghi utilizzando gli acronimi che sono comuni a tutti. L’interazioni che il regolatore ha nelle attività che fanno parte del processo dello sviluppo del farmaco e sono di due tipi: un'attività autorizzativa valutativa e una autorità di controllo alla conformità a tutte le pratiche nel mondo del farmaco (buone pratiche di fabbricazione, le buone pratiche in laboratorio per gli studi non clinici e le clinical practice, che sono le linee guida e le buone pratiche per la conduzione di studi interventistici). La sequenza della sperimentazione clinica consta di tre fasi, se è andato tutto bene vi è una prima approvazione e poi dopo un certo periodo di tempo dalla scadenza del brevetto avremo i primi generici. Parallelamente o precedentemente a questo tipo di attività,l’ industria farmaceutica è tenuta a fare un'altra tipo di attività che riguarda gli aspetti di qualità (caratterizzazione chimico farmaceutica, la produzione del prodotto, la gestione del prodotto in siti che devono essere confermati in buona pratica di fabbricazione).
Quando l'industria è riuscita a isolare una serie di prodotti leader, che possono incominciare lo sviluppo non clinico e clinico, che derivano chiaramente da tutta una serie di ricerche, siamo in presenza di una molecola (dopo le tantissime che sono state screenate attraverso lo screening a elevata efficienza). Da questo momento in poi, il prodotto può essere sperimentato e il proponente deve riuscire a farne una produzione seppure in scala piccola, in modo da avere lotti di prodotto ben controllarti in un sistema di produzione e con una buona pratica di fabbricazione. Questi prodotti sono necessari per fare i test preclinici che dobbiamo quindi condurre prima di una sperimentazione di fase uno. Questi test infatti servono per permettere questa sperimentazione e la conseguente produzione in piccola scala (siamo ancora all'inizio dello sviluppo chimico farmaceutico e perciò non ha senso fare una produzione su larga scala).
Ciò avviene perché di 200-300 molecole che possono essere presentate a fare una fase uno, nella stragrande maggioranza dei casi la superano in 10-15. Quindi è chiaro che in questa fase non si può fare essere pronti a una scala commerciale perché altrimenti ci sarebbero perdite ancora maggiori di quelle a cui già l'industria va incontro. Quindi si parla si una produzione in piccola scala, composta da lotti molto controllati e compatibili fra quelli che vengono utilizzate nei test preclinici e quelli che verranno utilizzati in clinica (se io traggo delle conclusioni di sicurezza per potere autorizzare una sperimentazione di fase 1 nell'uomo dai i dati clinici di piccoli lotti, la sostanza che io uso deve essere abbastanza simile). Una volta ritenuta superata la fase uno del processo, si passa alla fase due. La fase due comporta uno studio su centinaia di pazienti con il fine di trovare la dose efficace da utilizzare nel vero e proprio studio registrativo. Nella fase tre verranno quindi investigate sicurezza ed efficacia del farmaco per poi portare il farmaco a una prima approvazione. Una volta che è stato approvato, viene attuata un’ immissione in commercio per quella patologia per cui è stato condotto il trial clinico-registrativo di Fase 3, da cui vengono anche prese le indicazioni sui dosaggi e sui limiti.
Questo testo è estratto dal nostro video-corso ECM FAD "Farnaci e cure: oggi" e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.
Estratto della lezione della prof. Annarita Meneguz
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