Malattie rare
Salve, sono Giuseppe Zampino, un pediatra genetista che si occupa di bambini con malattie rare, in modo particolare ...
Buongiorno, sono Roberto Moccaldi e affronteremo la seconda parte della nostra chiacchierata sulle radiazioni ionizzanti; c'eravamo lasciati appunto sulle valutazioni di malattie professionali quindi di nesso di causa e da qua riprendiamo per affrontare un tema, molto importante, che ha ricadute sia in termini di medico-legali ma anche in termini di attività professionale del medico autorizzato, o comunque del medico di radioprotezione.
Dobbiamo quindi affrontare il tema della malattia professionale: come facciamo la diagnosi di malattia di sospetta di origine professionale di radioprotezione? e ricordate sempre che deve essere una sospetta origine professionale, quindi noi non dobbiamo avere la certezza che questa sia una malattia professionale, evidentemente non attiene al medico del lavoro fare questo tipo di valutazioni ma comunque dobbiamo avere il sospetto. Se io non ho il dubbio, nel senso che sono sicuro che non ci sia una patologia di origine professionale, posso tranquillamente esprimermi in termini di “non è una malattia di sospetta origine professionale” ergo non procedendo con tutta l’iter previsto.
Intanto dobbiamo distinguere appunto i due ambiti di valutazione: quello relativo un danno deterministico e quello relativo un danno stocastico. Affrontiamo prima il deterministico, ricordando che in questo caso possiamo fare affidamento alla classica valutazionemedico-legale, che attraverso i criteri di temporalità ci permette di avere un quadro molto preciso di quella che potrebbe essere una valutazione di nesso di causa. Per esempio abbiamo una cataratta ad un occhio e allora andiamo a vedere in prima battuta qual è la soglia di induzione della cataratta e la confrontiamo con quella che è la soglia misurata, stimata, valutata a posteriori dall'esperto qualificato di una dose possibilmente che ha colpito appunto quel cristallino di quel soggetto. Dobbiamo andare a vedere una latenza, perché appunto esistono dei momenti di latenza che sono più o meno lunghi, e la letteratura ci fornisce tutti gli elementi da questo punto di vista, il quadro patognomonico clinico, se è una cataratta da radiazioni ha prevalentemente una collocazione subcapsulare posteriore, mentre una è una cataratta anteriore molto difficilmente può essere attribuibile ad una esposizione a radiazioni ionizzanti. La subcapsulare posteriore non è un quadro patognomonico, ma sicuramente è suggestivo di cataratta da radiazioni ionizzanti. Stessa cosa per quanto riguarda altre patologie come per esempio quelle di dermatosi, la cosiddetta radiodermiteda radiazione ionizzanti che colpisce dopo molti anni di esposizione elevata alle mani, e ha una soglia che deve essere confrontata con le dosi che il lavoratore ha assorbito durante la sua attività lavorativa.
Questo per quanto riguarda gli effetti deterministici, quando parliamo dell' effetto stocastico invece il problema si pone in maniera molto importante, anzi in passato questo problema non aveva soluzione, veniva addirittura risolto in ambiti di valutazione INAIL o di valutazione in tribunale quando c'erano ricorsi per una non concessione di malattia professionale e quindi veniva risolto con la classica affermazione “non si può escludere e quindi si deve ammettere” Quanto descritto è uno stigma che la radioprotezione ha avuto per decenni e che però ovviamente faceva valutare come da radiazioni anche moltissimi tumori che da radiazioni non erano, perché erano tumori insorti in maniera spontanea o legate ad altre cause, che non fossero quelle dell'irradiazione.
Questo sistema tendeva a privilegiare i soggetti esposti a radiazioni dal punto di vista della eventuale indennizzo rispetto a coloro i quali non erano esposti alle radiazioni, questo sistema evidentemente è un sistema che se rapportato a un numero piccolo di casi poteva anche andare, ma con un aumento di numeri fra i soggetti richiedenti un indennizzo sono cominciati a sorgere problemi.
Questo testo è estratto dal nostro video-corso FAD ECM "Medico competente a 360°: nuove tecnopatie e lavoro" e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.
Estratto dalla video lezione del dott. Roberto Moccaldi
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