Malattie rare
Salve, sono Giuseppe Zampino, un pediatra genetista che si occupa di bambini con malattie rare, in modo particolare ...
Ciao a tutti, sono Emanuele Caroppo, sono uno psichiatra e psicanalista della Società Psicoanalitica Italiana. Da molto tempo mi occupo della salute mentale in ambito pubblico, sia da un punto di vista clinico che da un punto di vista della ricerca. Con voi andremo ad affrontare in modo specifico l'ambito della salute psicologica dei minori, intendendo gli infanti e intendendo gli adolescenti. Ora, dovendo occuparci appunto della salute mentale dei bambini e degli adolescenti, ovviamente dobbiamo partire da un presupposto: ci troviamo di fronte ad un sistema che è in via di sviluppo, e per cui la possibilità di osservare oggi qualcosa che clinicamente è significativo ci può fare anche stupire. Dopo un breve periodo di trattamento psicologico, ad esempio, la remissione del sintomo, cioè i bambini e adolescenti, sanno stupirci da un punto di vista clinico.
E ora è importante. Quindi, quando ci si avvicina alla salute mentale, all'equilibrio, al wellness, al well-being e alla buona salute mentale dei bambini e degli adolescenti, tenere sempre in considerazione il fatto che non si può andare a prendere una categoria, una dimensione nosografica che noi utilizziamo negli adulti, ad esempio, e trasferirla in modo automatico nel bambino o nell'adolescente, in quanto rappresentano una popolazione a parte e appunto una popolazione in fase di continua evoluzione e continuo sviluppo psicologico. Per cui bisogna avere sempre molta cautela nella possibilità di andare ad individuare qualche quadro clinico, ma anche, ecco, sufficiente elasticità nel riconsiderare sempre ciò che noi clinicamente abbiamo visto, che magari ci ha orientato in un modo anziché in un altro. Però dobbiamo essere sempre pronti a riconsiderare le nostre osservazioni.
Vi sono ovviamente alcuni quadri che possono essere più facilmente individuati nelle adolescenti e negli adolescenti, nelle bambine e nei bambini, ad esempio, i disturbi del neurosviluppo, che sono appunto delle caratteristiche specifiche che noi possiamo vedere sia in termini di segni, sia in termini di sintomi, e anche più facilmente individuabili attraverso delle scale o attraverso dei test.
Ora, per quanto riguarda, noi abbiamo la possibilità, quindi, quando ci confrontiamo con questa popolazione, di usare vari sistemi diagnostici. Ad esempio, la CD03 è una classificazione diagnostica della salute mentale dei disturbi dello sviluppo nell'infanzia che mette in evidenza gli aspetti più specifici del percorso evolutivo relativo alla età che va tra 0 e 3 anni. Ed è questo un sistema che proprio pone l'accento sul parametro relazionale e quindi individua dei criteri che possono essere dei criteri soglia specifici per una fascia di età, come ad esempio la depressione infantile o anche, invece, quadri clinici che possono in qualche modo presentarsi nella prima infanzia o essere prevalenti nella prima infanzia, come ad esempio il disturbo della regolazione della processualità sensoriale.
Ora, questo sistema CD03 è una classificazione di tipo multi-assiale e va quindi a valutare 5 assi, vale a dire i disturbi clinici, poi l'asse 2 la classificazione della relazione, l'asse 3 disturbi e le condizioni mediche che possono accompagnare lo sviluppo, l'asse 4 agenti psicosociali di stress che sono molto importanti soprattutto in questa fase della vita, lo saranno sempre nel corso della vita negli esseri umani. Ma quando si sta sviluppando l'apparato psichico di un bambino, il fattore psicosociale di stress può essere veramente molto importante, come vedremo in seguito, e poi il funzionamento emotivo e sociale.
Un'altra possibilità anche di strumento diagnostico è appunto il Manuale Diagnostico Psicodinamico. Questo è il risultato di un approccio nosografico descrittivo della patologia mentale e tende a comprendere la dimensione dinamica, quindi nella dimensione proprio psicodinamica, non solo utile per la diagnosi, ma soprattutto molto importante per elaborare un congruo progetto terapeutico. Ora, include il PDM una classificazione specifica a seconda delle fasce di età, e ci sono poi due sezioni specifiche dell'età evolutiva. Da una parte, quindi, troviamo l'asse e, che quindi è classificazione dei disturbi mentali e dello sviluppo dei neonati e bambini piccoli. Dall'altra, invece, una classificazione dei disturbi mentali di bambini e adolescenti che va più in continuità poi con quella degli adulti.
Un altro sistema diagnostico è poi il noto DSM-5, che raccoglie tutti e raggruppa tutti i disturbi mentali in un'unica sezione, cosa che invece non era presente nella edizione precedente al DSM-5, e li presenta secondo una sequenza basata appunto sulla età dell'esordio del sintomo.Ora, per quanto riguarda i disturbi del neurosviluppo, si manifestano nelle prime fasi dello sviluppo e spesso e volentieri ben prima dell'inizio appunto della scuola primaria. E vi è una compromissione importante del funzionamento del bambino, della bambina, e quindi del funzionamento personale, del funzionamento sociale, anche come può relazionarsi appunto con il gruppo dei pari e poi, no, il funzionamento scolastico. Ora, è ovvio che il range del deficit dello sviluppo varia da limitazioni molto specifiche dell'apprendimento, quindi puntiformi, che lasciano poi gran parte del funzionamento indenne, oppure, magari, ecco, non singole alterazioni del controllo delle funzioni esecutive, sino invece ad una compromissione più franca, quindi in qualche modo globale, che va a minacciare quindi le abilità sociali e financo” l'intelligenza. Se volessimo andare a vedere nello specifico i disturbi del neurosviluppo, quali possono essere, andiamo appunto. No, la disabilità intellettiva, cioè il disturbo dello sviluppo intellettivo, è un disturbo con esordio nel periodo dello sviluppo che comprende deficit del funzionamento tanto intellettivo quanto adattativo anche negli ambienti.
Vengono richieste delle skills concettuali oppure delle skills di pratica, delle competenze brevi o anche di tipo sociale. Altro disturbo della comunicazione e disturbi della comunicazione comprendono dei deficit del linguaggio, delle lodio e della comunicazione distinti in disturbo del linguaggio, disturbo fonetico-fonologico, disturbo della fluenza con esordio nell'infanzia, vale a dire la balbuzie, oppure disturbo della comunicazione sociale pragmatica, nata dalla comunicazione pragmatica. Poi, sempre nell'ambito dei disturbi del neurosviluppo, abbiamo il disturbo dello spettro autistico.
Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad sullla Natalità, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.
Estratto dalla video lezione del Prof. Emanuele Caroppo
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