Infertitlità

Il tema che affronteremo quest'oggi in questo nostro incontro è un tema particolarmente sentito, rappresentato dall'infertilità maschile. Esistono delle definizioni dell'infertilità; quella che vedete in alto è quella dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce l'infertilità come l'incapacità di concepire dopo almeno 12 mesi di rapporti sessuali regolari e non protetti. L'infertilità è un problema sanitario molto sentito in tutto il mondo.

Tant'è vero che la valutazione della prevalenza e dell'obesità di circa il Lotto compresa tra l'8 e il 12% delle coppie in età riproduttiva. Il fattore maschile è un fattore contribuente in circa il 50% delle coppie. Una cosa importante da sottolineare è che, purtroppo, tra il 1990 e il 2017, quindi negli ultimi 27 anni, la prevalenza standardizzata per l'età dell'infertilità è aumentata ogni anno dello 0,37% nelle donne e dello 0,29% negli uomini. Quindi è una condizione che sta aumentando come prevalenza. L'altro motivo per cui è particolarmente sentito il problema dell'infertilità è perché l'infertilità causa situazioni di stress e psicologiche sociali molto serie e impone ai servizi sanitari costi piuttosto consistenti. Un'altra cosa che desta un minimo di preoccupazione è legata al fatto che l'alterazione della salute riproduttiva maschile, compresi le alterazioni del liquido seminale e i bassi livelli di testosterone, sono state associate, attraverso degli indici particolari statistici, con una riduzione dello stato di salute generale. Inoltre, ci sono anche altre cose importanti che hanno un'importanza particolare ai giorni nostri, rappresentate dal fatto che l'età della madre al momento del concepimento può influenzare in maniera negativa la salute pubblica e il potenziale riproduttivo dei figli. Inoltre, esiste una trasmissione transgenerazionale attraverso delle modificazioni di natura epigenetica. Per finire, un attimo di preoccupazione è legato al fatto che il numero di spermatozoi nel liquido seminale è stato ridotto dal 50-60% nel periodo dal 1973 al 2011, anche se i dati non sono tutti concordanti.

Ma la tendenza alla riduzione del numero di spermatozoi sembra essere presente. Prima di poter spiegare qualcosa sull'infertilità maschile, è necessario affrontare le cause di infertilità maschile. Esse sono tantissime e devo subito precisare che, sfortunatamente, ne esiste una percentuale non insignificante di infertilità inspiegata, classificata normalmente come unexplained infertility. Questa può essere interpretata sia da un punto di vista fisico-patologico, cioè non si capiscono quali sono le ragioni per le quali ci sono delle alterazioni al liquido seminale, ma anche non soltanto dal punto di vista fisiologico, perché ci sono circostanze in cui, pur essendoci una normalità dei parametri che normalmente utilizziamo per valutare l'individuo, questi individui riescono ad avere figli e quindi rientrano comunque nel gruppo delle cosiddette infertilità spiegate. Siccome è un argomento piuttosto complesso, la prima parte di questa trattazione dovrà vertire su degli aspetti di fisiologia che poi avranno un riscontro di tipo ufficioso-patologico. La prima cosa che devo mostrare è i meccanismi attraverso i quali viene regolato lo sviluppo del testicolo del maschio e una volta che si è sviluppato quali sono i meccanismi che reggono la sua funzione.

Tutti voi sapete che il testicolo è un organo che contiene contemporaneamente una componente somatica e una componente dei germinale, quindi è un organo un po' particolare sotto questo punto di vista e viene regolato per quanto riguarda la sua funzione al momento in cui si ha ricevuto il completo sviluppo, fondamentalmente, da segnali che derivano dall'ipotalamo. Perché nell'ipotalamo c'è un nucleo che secerne un fattore di rilascio appunto cutaneamico, che si chiama GNRKH, che è un acronimo per con la propria crisi economica, cioè fattori di rilascio leganotropine che attraverso un sistema portale raggiungono l'ipofisi anteriore, dove stimolano la produzione delle due gonadotropine: l'ormone follicolo-stimolante (FSH), che stimola la follicologenesi e quindi naturalmente non si applica in questo caso al maschio perché è un riferimento esclusivamente alla donna, ma che nel maschio invece è un potente stimolante della funzione delle cellule del Sertoli, e l'ormone luteinizzante (LH), che anche in questo caso deriva da una definizione applicabile alla donna, cioè l'ormone luteinizzante, che però nel maschio ha la funzione di stimolare la funzione appunto delle cellule di Leydig.

Entrambe le due sistemi cellulari, in questo caso stiamo parlando delle cellule della parte somatica del testicolo, cioè le cellule di Sertoli e le cellule di Leydig, producono delle sostanze che hanno varie funzioni, ma insomma hanno una funzione di controllo classico ormonale, classico di feedback negativo. Per quanto riguarda le cellule del Sertoli, sono rappresentate dalla secrezione di una sostanza che si chiama inibina, mentre invece le cellule di Leydig, sotto lo stimolo LH, producono il testosterone, che ha funzioni nell'organismo intero e anche a livello gestionale, perché in assenza di testosterone non può essere attiva la spermatogenesi, ma il testosterone svolge le sue funzioni a livello dell'organismo in generale. Questa è la regolazione generale ipotalamo-ipofisaria della funzione testicolare. Poi, dentro il testicolo, naturalmente c'è tutta quanta la congerie delle cellule della spermatogenesi, che hanno una regolazione che in parte immediata dell'attivazione delle cellule del Sertoli, le quali producono una serie di sostanze.

 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad sullla Natalità, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto dalla video lezione del prof. Lucio Gnessi

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