Malattie rare
Salve, sono Giuseppe Zampino, un pediatra genetista che si occupa di bambini con malattie rare, in modo particolare ...
Salve a tutti, mi chiamo Pier Paolo Inserra, sostanzialmente sono un Ricercatore Sociale, mi occupo però in questo caso specifico, di provare a condividere con voi una riflessione su quali sono i finanziamenti pubblici e privati che possono essere utilizzati per promuovere i progetti che riguardano il welfare e le politiche sociali. Quella dei finanziamenti è una partita complessa, spesso giocata male perché, adesso lo capiremo insieme, il problema in sé, oltre ad essere quello di come e dove procacciare le risorse, è anche un problema più complesso e più delicato rispetto al come si progetta e con quale qualità e con quale efficacia.
Quindi, quello che cercherò di fare con voi è evitare un approccio ragionieristico al tema delle risorse pensando esclusivamente al fatto che il problema sia portare i soldi, portare soldi in un distretto sociale, in un ambito sociale, piuttosto che in una cooperativa; capendo che, mentre se da una parte dobbiamo guardare a questo, dall'altra con un po' di strabismo dobbiamo anche capire attraverso quali attenzioni e con quali approcci progettare e in maniera efficace per riuscire ad intercettare le risorse. Fatta questa premessa, vi dico due cose sull'impianto complessivo della lezione che possono spiegare ulteriormente qual è l'approccio complessivo che voglio avere.
Passo alla prima slide e provo a definirvi, in maniera non troppo tecnica per adesso, e sapendo che abbiamo, lo ripeto, poco più di un'ora, quindi senza pensare a soluzioni magiche e senza credere che poi si diventa esperti, hunters, cacciatori di risorse, provo dunque a definirvi un attimo qual è la situazione attuale. Apro un'altra piccola parentesi: voi sapete che siamo in una fase di grosso cambiamento, mi riferisco specialmente agli assistenti sociali, agli operatori che lavorano sul fronte della progettazione in un distretto sociale o in un ambito sociale, siamo in una fase di grosso cambiamento perché, mentre fino a poco fa, chi lavora quotidianamente sul campo lo sa, sostanzialmente, lavorare in un ambito sociale, produceva un piano sociale di zona e accedeva a delle risorse predeterminate, adesso in questa fase storica, con un cambiamento che riguarda anche l'infrastrutturazione del Welfare e quindi il tema stesso delle risorse pubbliche, ci troviamo in una condizione diversa: chi lavora in un ambito sociale, in un distretto sociale, è costretto a progettare secondo dei criteri e con delle modalità che sono nuove. Faccio solo un esempio, per adesso lo accenno ma poi questo esempio lo articoleremo meglio perché, insieme ad altri esempi, ci permetterà di capire che cosa vuol dire oggi progettare rispetto al passato: pensate a tutto il tema dei finanziamenti europei, un ambito sociale oggi costretto, “in senso virtuoso”, a misurarsi con la progettazione europea, dopo entreremo nel merito.
Progettare secondo una logica, uno schema progettuale imposto dalla Commissione Europea o da un programma quadro, vuol dire almeno aggiornarci, aggiornare le proprie competenze e pensare ad una progettazione a cui non siamo abituati.
Per non parlare poi del tema della “rendicontazione dei progetti”: mentre fino a poco tempo fa, chi lavorava in un piano di zona, a partire da tutta una sedie indicazioni di carattere normativo, procedurale, burocratico-amministrativo, doveva rispettare alcuni principi ben chiari che riguardavano questo tema, oggi deve assolutamente aggiornarsi perché c'è un problema di rispetto di normative, regole che sono sostanzialmente di carattere internazionale che fanno riferimento all'Unione Europea, esistono manuali che bisogna imparare a memoria e che riguardano tecniche e metodi rendicontativi molto diversi rispetto a quelli che usiamo.
Quindi attenzione, siamo in una fase storica diversa, di passaggio, e quindi le persone che lavorano come professionisti in un ambito sociale o in un distretto (sapete che si possono chiamare in entrambi i modi) e prendiamo l'ambito come unità di misura, per parlare poi più complessivamente di politiche di welfare, di progettazione sociale in un territorio, deve dunque necessariamente ammodernarsi, tentare un upgrade, provare ad approfondire alcune competenze. Oggi, se riusciamo in questa oretta, quello che faremo è proprio condividere quali sono i nuovi approcci e le nuove informazioni che voi dovrete fare vostri se cominciate a progettare tenendo conto di questo cambio di passo, cioè di modalità nuove che riguardano la progettazione. Adesso proviamo a entrare nel merito delle questioni principali.
Allora, la slide penso sia abbastanza chiara, poi vi lascerò del materiale supplementare che a latere, al di là di queste slide che rappresentano una traccia, approfondirà meglio tutto quello che ci diciamo.
La prima questione è: “Come gestire il tema delle risorse?”
La seconda questione è: “Quali sono risorse specifiche da utilizzare?”
Dunque, capire dove stanno i finanziamenti; vi ricordo adesso, per banalizzare, che possono essere sia di tipo pubblico che privato, un progettista di un ambito sociale deve sapere a quali attori far riferimento, come attingere a nuovi finanziamenti, ma deve conoscere, attraverso uno screening ben fatto, dove stanno le risorse, quali sono questi attori, chi finanzia, che cosa finanza, quali attività e settori può finanziare.
L'ultimo ragionamento da fare forse è quello un po' più azzardato, perché riguarda il tema delle risorse intese come risorse a cui potrebbe far riferimento un ambito sociale, non quindi a risorse ben definite, cioè che obbligatoriamente un ambito sociale deve considerare; sono risorse nuove, integrative, parliamo di nuovi attori che stanno entrando in campo, di possibili finanziatori che fino a ieri pensavamo di non dover neanche utilizzare, o che ci sembrano eccentrici rispetto a quello che facciamo.
Anche qua un esempio per tutti, poi entreremo nel merito anche di questo: pensate al tema della “finanza etica”, dei social bond piuttosto che delle azioni etiche su cui si può investire per utilizzare poi il ricavato, il surplus, in maniera da investire ulteriormente su nuove progettualità. Fino ad oggi, eravamo abituati a pensare ad uno Stato che, in base a delle leggi di settore o al Fondo Sociale Nazionale, erogava dei soldi direttamente per lavorare con i minori, con gli anziani, piuttosto che sulle disabilità, da oggi in poi entra in gioco anche la “finanza etica”, qualcosa di sconosciuto per molti di noi operatori e soprattutto, un mondo che dobbiamo cominciare un po' a conoscere, a padroneggiare, perché c'è un dibattito molto aperto, caldo, poi a qualcuno fa più simpatia una scelta di questo tipo, ad altri restano più perplessità, però c'è un dibattito aperto, attuale su questa partita e almeno dal punto di vista delle opportunità complessive o delle nuove opportunità che potremmo agganciare; bisogna conoscere anche che cosa succede nei mercati finanziari o che cosa propone Banca Etica se si volesse investire una parte di un capitale per poi farla crescere e utilizzare, come dicevamo, la differenza per finanziare nuovi progetti.
Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad Servizio Sociale: progetto, progettazione e valutazione, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.
Estratto della lezione del dott.: Pier Paolo Inserra
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