Malattie rare
Salve, sono Giuseppe Zampino, un pediatra genetista che si occupa di bambini con malattie rare, in modo particolare ...
L'argomento che ci aspetta è quello degli obiettivi, cioè come formulare correttamente un obiettivo secondo la PNL. Soffermiamoci un attimo sul concetto di obiettivo e quanto è importante, perché vedete, anche nella comunicazione è importante l'obiettivo, è importante avere un obiettivo chiaro nei confronti di rapporti che, sostanzialmente, possono essere personali, oppure di lavoro. Se io non ho un obiettivo chiaro, non so bene dove devo andare ma, manderò soprattutto con il linguaggio non verbale che è quello che viene percepito in maniera meno cosciente, un messaggio ambiguo perché non so se sono interessato, per esempio: all'amicizia o ad un rapporto più stringente; se sono interessato ad una collaborazione o meno.
Quindi, è importante avere chiaro l'obiettivo, e poi ricordiamoci che c'è una differenza tra obiettivo e risultato. L'obiettivo è quello che io voglio, è quello che desidero ottenere, però è solo il risultato che che mi da la misura di quanto io abbia ottenuto, come dicevamo: con l'effetto della comunicazione, cosa ottengo? Il risultato mi dà la misura. Quindi, può essere utile stabilirlo anche nei vostri rapporti professionali, per esempio, magari sono situazioni molto complesse, e presentarle così complesse potrebbe essere un problema per il vostro paziente od il vostro utente, ma possiamo stabilire, dare comunque una misura, soprattutto se è un obiettivo positivo come vedremo, quindi diamoglielo, perché se io aspetto qualcosa di buono, mi atteggio e mi sento anche più stimolato a combattere, ad andare avanti per ottenere questo risultato, però può essere utile anche darmi degli steps intermedi o, addirittura, molto vicini, molto piccoli, perché questo mi consente e dipende anche molto da chi abbiamo difronte, di usare un termine generale o specifico, lo vedremo più avanti.
Quindi l'obiettivo stabiliamolo, stabiliamolo insieme alla persona: quando noi concordiamo un iter terapeutico per esempio, stabiliamo questa alleanza terapeutica anche concordando sull'iter e aspettando una risposta congruente sulla possibilità della persona di eseguire quello che verrà proposto, quindi stabiliamo degli obiettivi e cerchiamo poi di verificarli, anche questa è una cosa importante: la verifica, perché se il primo step non è arrivato al 100%, è inutile che passo al secondo ma, magari modifico il primo per poterlo completare ed andare avanti, questo in forma molto generale.
Parleremo anche di quale tipo di atteggiamento nei confronti dei nostri obiettivi è più utile per moltiplicare la possibilità di realizzarli. Questo, quindi, vale anche per la vostra vita professionale, bisogna avere ben chiaro, come vedremo, l'obiettivo, perché magari voi state facendo un percorso e volete continuare a percorrerlo in un modo diverso forse, magari volete agire in un modo diverso da quello attuale, però è anche importante che voi conosciate questi elementi che adesso diremo, perché nel cercare di aumentare la motivazione dei vostri pazienti o dei vostri utenti, bisogna tenere conto di quali siano le caratteristiche che ci servono per dare la possibilità ad un obiettivo di realiizzarsi.
Allora, anzitutto l'obiettivo deve essere formulato in termini positivi. Che cosa vuol dire questo? Evitiamo le parole: “non” e “meno”, quindi: “non funziona”; “non voglio essere ansioso” o “voglio essere meno ansioso”; “non voglio avere questo comportamento negativo”. Che cosa succede se io mi dico le cose in negativo? Facciamo subito un esperimento: allora, se io vi chiedo di “non” pensare ad un elefantino da circo con una tutina a strisce blu e bianche ed un papillon rosso, io vi ho detto di non pensarlo, perché lo state pensando? Sono certo che lo stiate visualizzando. Come abbiamo già detto, la mente non percepisce un vuoto nella comunicazione, esattamente come il signore che sente che l'amico suo ha comprato un cane, non può fare a meno di visualizzare un cane, se io vi dico che non voglio vedere l'elefantino da circo, io lo vedo perché la mente comunque lavora per immagini, ma non raccoglie il “non”, il “non” non cade, quello che rimane è una bella immagine potente, forse, o comunque molto chiara della cosa che io non voglio.
Quindi, se io mi dico: “Non voglio essere ansioso”, è come se dicessi: “Io sono ansioso” non serve, se io dico: ”Non voglio essere pigro” è come se dicessi: “Io sono proprio pigro”. E lo stesso vale nel sociale, l'obiettivo deve essere sempre positivo, è difficile, per esempio, trovare un obiettivo positivo nello smettere di fumare perché c'è comunque la negazione di qualcosa, un percorso io l'ho chiamato: “Liberi dal fumo” che però è un po' un compromesso, perché in realtà, l'opposto è respirare liberamente, essere indipendenti, è una dipendenza, c'è poco da fare. Quindi, tornando a noi, deve essere assolutamente formulato in termini positivi, perché diventa un progetto. Rimaniamo sul tema ansioso: “Io non voglio essere ansioso”, che cosa faccio? dentro di me costruisco, mi rimetto una slide di me ansioso che conosco molto bene, ma se io dicessi il contrario: “Finalmente io voglio essere sereno”, o “equilibrato” quello che preferite voi, diciamo sereno allora, cosa succede? Io inconsciamente, comunque, faccio una rappresentazione, è un po' come succede con l'elefantino; come succede per esmpio: con le mele; con la camera da letto; una rappresentazione appunto, di me sereno, che magari inizialmente non è molto precisa, e invece deve essere molto precisa, per cui vedremo come procedere, intanto ricordiamoci che l'obiettivo deve essere in positivo. Quindi: “io voglio”, “sarò”, “desidero”, “voglio essere più”, e non: “meno”. Quindi non bisogna formularlo in termini negativi, come ad esempio: “lo voglio essere meno pigro”, ma in termini positivi, e cioè: “Voglio essere più attivo”, è tutt'altra cosa, è un progetto, non è: “Guarda un po' come sono pigro”, cioè non è una lamentela, ecco.
Però, una volta che abbiamo definito in positivo il nostro obiettivo, quindi mi raccomando, perché non è facile, vi assicuro che non è che facile, siamo talmente abituati che, vedrete che se vi applicherete a correggere una persona quando parla del suo obiettivo in termini negativi, vedrete che anche chiedendoglielo in positivo, ve lo dirà in negativo, è difficile, allora potremmo dirgli: “Va bene ma invece di questo, cosa vorresti essere?”
Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad PNL, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.
Estratto della lezione del dott.: Claudio Borzi
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