Malattie rare
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Quest’oggi vi parlerò della problematica degli integratori alimentari. Nell’ambito farmacologico si tratta di un campo di vastissima importanza e che riguarda un numero di utenti considerevole.
All’interno di questo breve incontro, spesso e volentieri il farmacista risulta essere l'unico filtro tra l'assunzione del prodotto e il paziente, soprattutto nell’aiutare il paziente a valutare certi tipi di situazioni molte volte veicolati da una pubblicità estremamente aggressiva, che può far trovare il paziente in difficoltà nella gestione del farmaco.
Da un punto di vista della salute, il campo dell’assunzione di integratori alimentari è estremamente importante, con un mercato costante crescita parlando di valori che vanno dal 5,5% e il 7%.
Esistono integratori che possono essere utilizzati per quasi tutti i tipi di patologia. I più importanti sono gli integratori vitaminici, relativi all’apparato digerente e cardiocircolatorio. Le donne sono risultate le maggiori utilizzatrici di integratori soprattutto per quanto riguarda gli integratori a base di piante di fibre e di probiotici. Al contrario gli uomini risultano i più importanti utilizzatori di preparati polivitaminici.
Di seguito, in queste slide, vi mostrerò una ricerca condotta da “Federsalus” che ha analizzato circa un migliaio di consumatori ed è andata a vedere che cosa accadeva nell'acquisto di questi prodotti da parte dell'utente finale. Si è visto che, al contrario di ciò che avviene negli Stati Uniti in cui il consumo dell'integratore è poco mediato da un professionista sanitario e direttamente gestito dall'utente, in Italia il ruolo del farmacista è visto con particolare attenzione in quanto considerato professionista sanitario in grado di svolgere un ruolo importante nella mediazione con il farmaco.
L’utente è consapevole che questi prodotti possono avere delle reazioni avverse, interazioni con altri farmaci o con altri alimenti e quindi è consapevole che questi prodotti possono in qualche modo avere degli effetti negativi.
A tal proposito, analizziamo insieme il seguente caso:
Una signora si presenta in farmacia con una rivista che riporta una pubblicità di un prodotto dimagrante. La signora, intelligentemente, si è recata in farmacia per informarsi, vedendo nella figura del farmacista il ruolo di Professionista sanitario, differentemente da quanto accade nei paesi anglosassoni in cui questa identificazione non risulta così scontata. Il prodotto indicato è uno degli integratori dimagranti più utilizzati sul mercato e la rivista riporta tutte le indicazioni inerenti le proprietà del prodotto. Quest’ultimo infatti sembra avere la capacità, come tutti gli integratori, di ridurre il peso corporeo senza sforzi, senza mangiare e, in particolare, senza svolgere alcun tipo di attività fisica, asserendo tra l’altro che la sua composizione è naturale al 100% e privo di effetti secondari o controindicazioni. Secondo quanto riporta la rivista della signora, il prodotto sarebbe funzionale, in quanto formato dalla composizione di elementi vegetali utile ai fini di una fortissima riduzione di calorie, impedendo di ingrassare pur mangiando normalmente.
Qual è dunque il messaggio che deve necessariamente fornire il farmacista? Per prima cosa, deve cercare di valutare la soluzione a cui mira l’integratore, vale a dire l’assunzione di un prodotto che dia la possibilità di ottenere un effetto desiderato senza sforzo, senza nessuna dieta e senza alcuna attività fisica. Il farmacista quindi, una volta davanti a questa situazione, è tenuto a fornire informazioni concernenti i principi attivi dell’integratore, facendo rendere conto la cliente del messaggio fuorviante in cui si è imbattuta. Al fine di dimostrare la sua tesi, il farmacista illustra e spiega alla signora tutti i principi attivi a cui è legato il prodotto in questione, sottolineando in particolar modo come spesso venga frainteso il senso di “naturale” come qualcosa di assolutamente estraneo da effetti collaterali, perché qualsiasi sostanza che dà un effetto farmacologico attivo ha chiaramente anche un effetto negativo. Il primo dei principi attivi dell’integratore è il Fucus Vesiculosus, contenuto in numerosi prodotti dimagranti, preparato da ditte farmaceutiche che devono essere estremamente valide, perché può provocare effetti anche tossici di una certa rilevanza, se pensiamo al numero di metalli pesanti che possono essere contenuti in prodotti impuri.
Bisogna aggiungere che la letteratura scientifica non fornisce alcuna indicazione riguardo l’effetto della riduzione di peso o di contrasto per la cellulite da parte di questo principio attivo, cosa invece sempre avallata da riviste e giornali. Il Fucus Vesiculosus può dare effetti indesiderati di vario genere come azioni di carattere lassativo, oltre che essere particolarmente rischioso per persone affette da patologie tiroidee, dato il suo alto contenuto di iodio. Chi è affetto da questo tipo di problematiche, infatti, dovrebbe assumere questo principio attivo sotto stretta supervisione del medico, onde evitare alterazioni di metabolismo tiroideo.
Estratto dalla video lezione del dott.Antonino ANNETTA
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