Farmaci e cure in odontoiatria nel paziente non collaborante: handicap e insufficienza mentale - Parte 2

In ogni caso nessuno odontoiatra, a prescindere dal percorso che ha fatto, si può sottrarre alle responsabilità cliniche e medico legali. Queste responsabilità presuppongono sempre una approfondita conoscenza dei mezzi a sua disposizione, delle indicazioni terapeutiche, di tutte le controindicazioni del prodotto impiegato e dei suoi effetti collaterali. La mancata o  errata somministrazione del farmaco, senza le valutazioni e le dovute precauzioni, può configurare un comportamento colposo da parte del sanitario (tanto più se questo medicamento ha causato un danno) e viola precisi obblighi sia etici deontologici sia morali. Adesso cominciamo a parlare dell’handicap fisico e dell’ l'insufficienza mentale.

Innanzitutto partiamo dalla definizione di disabilità, ovvero, qualsiasi limitazione conseguente a una menomazione delle capacità di compiere azioni considerate normali (in relazione all'età al sesso e fattori socio-culturali). Ne consegue che, ogni volta che c'è una condizione di handicap, c’è uno svantaggio che può essere di ostacolo al naturale svolgimento di quella quell'azione o l'apprendimento di quel concetto. Questo potrebbe determinare anche un certo svantaggio sociale o di emarginazione. Per quanto riguarda l'odontoiatria, va fatta particolare attenzione a questo tipo di soggetti, che devono essere comunque curati e approcciati nel modo più corretto possibile. L’ handicap si può presentare in diverse forme,  le sindromi fisiche e psichiche ( o la loro unione) mostrano particolare rilevanza tra queste. Queste sindromi possono rendere più limitata la collaborazione del paziente e la possibilità quindi di erogare la terapia odontoiatrica ambulatoriale. L’ handicap, come abbiamo detto, si divide fondamentalmente in diversi tipi: abbiamo un handicap mentale, uno fisico, uno detto anche sindromico, uno sistemico e l’ handicap sensoriale. Per quanto riguarda l’handicap mentale, è rappresentato prevalentemente da patologie psichiatriche e insufficienze mentali di varie origine. Si rappresenta che circa il 3% della popolazione ne soffra ed è classificabile in base al quoziente intellettivo. Abbiamo un handicap lieve con un quoziente intellettivo che va da 85 a 70, un handicap moderato che prevede un quoziente intellettivo da 50 a 70 e un handicap severo che ha un quoziente intellettivo inferiore a 50.

In questo caso l'incapacità di razionalizzare un concetto che viene espresso verbalmente o anche fisicamente, può comportare la mancata collaborazione del paziente o comunque una ridotta collaborazione nella terapia. L’handicap fisico più comune è rappresentato dalle patologie neurologiche e neuromuscolari. In questi casi, nell'handicap fisico, il quoziente intellettivo può anche essere normale ma magari sono presenti ipertoni muscolari, degli scatti improvvisi, alterazioni della postura o  movimenti incontrollati. Questi possono avere un effetto come riduttivo o negativo rispetto all'approccio al paziente e quindi possono ostacolarne la terapia. L’handicap medico invece è rappresentato da diverse patologie sistemiche (cardiopatie, nefropatie, diabete, coagulopatie). Queste patologie, espongono il paziente a un rischio maggiore rispetto a una popolazione sana, quindi a differenze e complicanze perioperatorie (saranno tanto maggiori, quanto più è grave la patologia di base). L’handicap sensoriale (che di fatto si traduce in una cecità o sordità) non costituisce un vero e proprio ostacolo alle terapie odontoiatriche, perché in qualche modo è possibile interfacciarsi o comunque relazionarsi con il paziente. Le cause più frequenti di handicap, sia fisico che psichico, sono rappresentate dalle malformazioni genetiche. La più comune, che riguarda circa il 6% della popolazione, è la sindrome di Down. Altre patologie di questo tipo possono essere la paralisi cerebrale infantile (che è dovuta spesso ad anossia e al trauma da parto), endriopatie e fetopatie di origine infettiva (pensiamo al virus della toxoplasmosi, quello della rosolia o il citomegalovirus), malattie muscolari (la distrofia, la miastenia o la miotonia), altre affezioni del sistema nervoso centrale periferico  (le patologie vascolari, traumatiche, degenerative, tumorali e infine quelle infettive).

Queste manifestazioni sono assolutamente varie e dipendono dal tipo dalla gravità e sede. I casi più gravi possono avere delle disabilità multiple, cioè unioni di più disabilità (motorie, sensoriali e cognitive), con altri tipi di patologie (disturbi della personalità, autismo, schizofrenia, psicosi) o malattie neurologiche (epilessia e distrofia muscolare), che possono ulteriormente questa possibilità di terapia e di studio odontoiatrico. La maggior parte dei pazienti che hanno handicap, sono affetti da carie o da parodontopatie, questo per motivi motori o cognitivi (quindi capacità di apprendere un comando verbale rispetto alla motivazione per cui dovrebbero lavarsi i denti, come e per quanto dovrebbero lavarli). Non comprendendo queste dinamiche, possono presentare fondamentalmente due tipi di patologie maggiori: che carie e patologie dei tessuti parodontali. Inoltre i pazienti con patologie neuromuscolari possono presentare anche altre problematiche, che chiaramente influiscono diciamo sulla igiene orale e sulla possibilità appunto di approccio terapeutico professionale (difficoltà di deglutire, movimenti orofacciali automatici, facies amminica, voce nasale e male articolato e occlusioni dentali di origine funzionale). 
 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso ECM FAD "Farnaci e cure: oggi" e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione della prof. Sabrina Santaniello

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