Malattie rare
Salve, sono Giuseppe Zampino, un pediatra genetista che si occupa di bambini con malattie rare, in modo particolare ...
CLICCA QUI PER LEGGERE PARTE UNO
Per quanto riguarda la presenza di comorbidità, cioè la presenza di altre patologie in chi ha una patologia indice, prendiamo come esempio il diabete. Gli individui affetti da diabete, spesso hanno tante altre patologie coesistenti: la cardiopatia ischemica, l'ipertensione, dolore e tante condizioni della demenza e della depressione. Poco più del 10% delle persone con il diabete hanno solo questa condizione, mentre invece più dell'80% degli affetti da diabete hanno anche altre patologie associate. Inoltre, chi ha il diabete e ha più di 65 anni ha una media di 6,5 malattie croniche e quindi immaginatevi il carico di patologie su una persona con una certa patologia. Quindi si evince che il diabete è la patologia col carico maggiore da un punto di vista di comorbidità, ma un po' tutte le patologie sono associate ad alto grado di comorbidità.
La situazione della multimorbidità, cioè la presenza di più patologie associate, è la norma nell'anziano ed è la situazione che più spesso ci troviamo a fronteggiare quando visitiamo un anziano nei nostri ambulatori. La multimorbidità interessa almeno due terzi della popolazione ultrasessantacinquenne, mette in crisi il nostro modello di cura che è basato principalmente su un approccio per singola persona ed è frequentemente causa di eventi avversi (quindi è una condizione che limita la qualità della vita della persona anziana ). La multimorbidità è una condizione di elevatissima frequenza, per cui ci troviamo con cui ci dobbiamo confrontare quotidianamente. La conseguenza diretta della multimorbita è l'utilizzo di molteplici farmaci, perché per tante malattie croniche utilizziamo tanti trattamenti in cronico. Nel tempo, col passare degli anni, il carico di politerapia negli anziani aumenta progressivamente (è aumentato da circa il 20% ben oltre il 30%). Ciò avviene per due principali motivi: il primo motivo riguarda la disponibilità sempre più alta di trattamenti farmacologici per migliorare il decorso delle malattie delle patologiche croniche (grazie ai progressi della scienza, laddove avevano un farmaco, adesso ne abbiamo molteplici), il secondo fattore è legato al fatto che si sopravvive sempre di più (si va sempre di più verso le fasce d'età più estreme, così facendo le persone con tante patologie vivono di più e accumulano più patologie e aumentano il carico farmacologico).
Questo concetto della politerapia, quindi l'utilizzo di tante terapie per curare tante malattie croniche, è un concetto in assoluta evoluzione e interessa a più del 30% della popolazione anziana. L’utilizzo di tutte le classi di farmaci è aumentato nell’ultimo decennio e con quasi con quasi nessuna eccezione. La politerapia è una conseguenza della disponibilità di nuovi trattamenti, ma anche della maggiore sopravvivenza nelle età più avanzate (con sempre più patologie). Quindi è anche una testimonianza dell'efficacia della medicina nell'allungare la vita e nel consentire alle persone con tante malattie di sopravvivere a lungo. L’osmed ha pubblicato un rapporto riguardante l'utilizzo dei farmaci in Italia, in particolare questa pubblicazione riguarda il rapporto focalizzato sugli anziani con più di 65 anni. In cui in questo rapporto si nota l’aumento del carico farmacologico attraverso le diverse fasce d'età.
Il rapporto ci dice che la quasi totalità della popolazione anziana ultrasessantacinquenne assume almeno un farmaco durante l’anno solare. Il numero di dosi assunte aumentano con l’aumentare dell’eta, con un carico maggiore per il sesso maschile rispetto al sesso femminile. Questo può avere tante spiegazioni: di base gli uomini hanno meno patologie delle donne, però hanno patologie più severe (almeno questo ci dice un recente rapporto dell'ISTAT). Quindi questo può significare che è necessari un trattamento maggiore o può esserci una necessità di dosi di farmaco maggiore nell'uomo. Infatti questo può dipendere dalla differenza tra uomo e donna nella massa corporea. Lo studio sul consumo variabile di farmaci è basato sui farmaci di classe A, monitorati dall'agenzia italiana del farmaco (tutti i farmaci di fascia C non sono monitorati). AIFA e Istituto Superiore di Sanità hanno pubblicato una tabella che indica il numero di farmaci assunti in un anno nella popolazione ultrasessantacinquenne (l'analisi è stratificata per sesso e per fascia di età). La tabella ci dice che il 29% degli uomini e circa il 30% delle donne assume 10 o più farmaci differenti nel corso dell'anno solare (l'anno solare qui valutato era il 2019). Éinteressante notare come il numero di sostanze sia simile tra uomini e donne (leggermente più elevato nelle donne), a fronte di un numero di DDD (dosi di un dosaggio) più elevato per gli uomini.
Questo testo è estratto dal nostro video-corso ECM FAD "Farnaci e cure: oggi" e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.
Estratto della lezione della prof. Graziano Onder
Salve, sono Giuseppe Zampino, un pediatra genetista che si occupa di bambini con malattie rare, in modo particolare ...
Inizieremo un viaggio che inizieremo con questa presentazione, appunto inerente la gravidanza e anche quello che è il ...
Nell'ambito di questo corso FAD, mi occupo di adozioni e di quelli che possono essere le caratteristiche o ...